"Se puoi sognarlo, puoi farlo." Walt Disney

lunedì 27 agosto 2012

Cicci in Paradiso

Ciao, piccolo grande Cicci, ti voglio bene!

Fai buon viaggio, amico mio. Questo è per te.


Cicci in Paradiso 
 
Un ticchettio dapprima lento poi sempre più rapido rimbomba oltre la coltre di nubi che oscura l’orizzonte. Un vecchio attende di fronte a una porta. Al fianco, un voluminoso mazzo di chiavi.
«Sta arrivando» osserva.
Un gatto, senza coda e senza un occhio, si lecca pigramente l’interno coscia.
«Ne siamo sicuri? Lo facciamo entrare?» domanda, sollevando il muso.
«Antioco, dopo tutto questo tempo… eppure lo psicologo mi ha detto che eri riuscito a superarlo».
Il gatto torna a leccarsi.
«Forse qualche anno in Purgatorio a croccantini scaduti non gli avrebbe fatto male…».
Il vecchio scuote la testa.
«Non è possibile, lo sai. Ha troppe referenze!».
Il gatto sbuffa.
«Gli umani sono dei sentimentaloni. Vedono un cane, si commuovono e subito parte la referenza».
«Sono tutte motivate».
«Tipo?».
L’altro scorre una lunga lista.
«Vediamo… beh, qui dice che era simpatico…».
«Come sedersi su un riccio…».
«Che era coccolone…».
«Non mi risulta…»
«Che faceva lo sguardo dolce per farsi dare da mangiare…».
«Avrà visto il Gatto con gli Stivali…».
«Insomma, Antioco! Qui c’è troppo amore. Si è guadagnato il Paradiso».
«E non c’è scritto che faceva le puzzette, eh? Quello l’hanno omesso?».
«No, dicono che non era una cosa importante… Anche se, in effetti, qui c’è un certo signor Gianni che si lamenta più degli altri… ma, no, alla fine dicono che era solo un piccolo difetto»
«Veramente era solo un problema di digestione difficile» precisa qualcuno.
Il vecchio e Antioco spostano lo sguardo, ed eccolo lì, il cane.
«Ciao Senza Coda» esclama, venendo avanti.
Antioco lo fissa con odio.
«Ciao».
«Ehi, neanche qui te l’hanno fatta ricrescere la coda?».
«Secondo me non ci arriva dall’altra parte, Pietro».
Il vecchio incrocia le braccia sul petto.
«Chiedetevi scusa. Su, Cicci, inizia tu».
Il cane resta in silenzio.
Il gatto non muove neppure una vibrissa.
«Siete due testardi! – sospira Pietro – Ma tu, Antioco, se sei senza coda è anche a causa della tua lingua lunga».
Cicci allarga gli occhi nocciola, sfiorando col muso la veste dell’uomo.
«Mi prendeva sempre in giro perché non avevo la coda… e loro avevano tutti la coda, lunga e pelosa… e me la sbattevano in faccia ogni volta che passavano…».
Pietro lo accarezza dietro le orecchie.
«Certo, certo, Cicci. Ti capisco».
«Come lo capisci?!» esclama il gatto.
«Vieni Cicci, ti mostro la tua nuova casa».
Il cane si volta un attimo.
«E loro? Staranno bene? Come farà la nonna a pranzo? Ora dovrà mangiare tutto lei».
Pietro lo spinge verso la porta.
«Staranno bene, stai tranquillo. Ogni tanto, da una finestra, ti permetterò di vedere cosa fanno».
Antioco gli sbarra la strada.
«Ma è possibile che non c’è neppure una critica negativa? E gli altri gatti? Loro che dicono?».
Pietro svolge di nuovo la pergamena, sospirando.
«Allora, qui è riportata la testimonianza di una certa Pucci. E dice testualmente: pur cercando ogni inverno di lanciarmi fuori dal camino per godersi tutto il caldo, pur rubandomi il tappeto quando lui aveva il suo cestino, pur facendo le puzzette…».
«Hai visto, lo dice anche lei!».
«Era solo un problema di digestione difficile» precisa Cicci.
«… pur rubandomi sistematicamente cibo e coccole dei superiori… beh, lo devo ammettere. Gli ho voluto bene e mi mancherà. Ma non d’inverno davanti al camino».
«Traditrice» bofonchia il gatto.
«Vecchia Pucci!» esclama Cicci.
Pietro arrotola la pergamena.
«Complimenti, Cicci. Ti porti dietro un amore sufficiente ad aprire la porta del Paradiso».
La porta viene spalancata. Cicci si affaccia.
Un mondo magico si anima dall’altra parte. Il cane avanza timidamente. È la sua casa. Ma è tutto insieme, senza muri, né porte. In cucina c’è mamma Antonella che cucina, mentre Fabio guarda su SKY, spaparanzato nella poltrona, le avventure di Bear Grylls, Maura studia in camera, Claudia scrive. Ed eccolo lì anche Gianni fuori in cortile che fa giardinaggio. Sono tutti lì, anche la nonna, tutta piegata a raccogliere foglie nonostante il maestrale.
«Che significa?» chiede, sopreso.
«Il Paradiso di ognuno di noi è nel cuore di chi ci ha voluto bene. Questo è il tuo paradiso, Cicci. La tua casa».
«Ma loro mi vedono?».
«Sono il riflesso del tuo cuore. Vivono in te, Cicci. Vai, adesso».
Cicci entra piano. La porta alle sue spalle si richiude.
Mamma Antonella si gira e lo fissa. «Cicci, dov’eri finito?».
«Cicci!» lo chiama Fabio. E Cicci corre felice verso di lui.

venerdì 24 agosto 2012

Camargue

C'è un luogo che sembra non appertenere a nessun luogo.
Una pianura dove un grande fiume si abbandona al mare, lo accarezza allungando infiniti rivoli come fossero infinite mani che si tendono in un abbraccio.
Un paese che si affaccia su questo mare, che mantiene il rispetto della natura, che si uniforma a ciò che lo circonda, si lascia penetrare da esso, si lascia avvolgere. 
Questo luogo è francese, gitano, spagnolo, anche un po' sardo. 
I fenicotteri rosa, sa genti arrubia, si lasciano ammirare anche sotto questo cielo, superbi ed eleganti. Li fissi, ed è come essere a casa, come sentirsi parte di un altro luogo; è strano, ti senti anche orgogliosa. Perché quella meraviglia che i giapponesi fotografano e osservano a bocca aperta solca anche i cieli della tua terra e ogni mattina la vedi andando al lavoro, lungo le Saline. E ti verrebbe voglia di andar da loro e dirgli "Ehi, guardate che c'è anche un altro luogo così, è la mia Sardegna", ma li lasci andare e continui a fissare i fenicotteri con il sorriso sulle labbra.






lunedì 20 agosto 2012