"Se puoi sognarlo, puoi farlo." Walt Disney

lunedì 10 dicembre 2012

Lui, che era un uomo speciale. Lui, che era mio nonno.

Tre anni fa mi ha lasciata un grande uomo. Se n'è andato una mattina di novembre, in un battito di ciglia, in quel suo modo pacato e silenzioso che aveva anche nella vita di tutti i giorni. Se n'è andato che tutti avevamo ancora nel cuore la festa del giorno prima, per il suo compleanno. Se n'è andato lasciando, almeno dentro di me, un vuoto enorme, fatto di parole non dette, di abbracci ancora da dare, di quel suo sorriso dolce e buono che si apriva ogni qual volta parlava di noi nipoti. 
Quando disse che era pieno di orgoglio, lui che non aveva studiato e parlava mezzo sardo e mezzo italiano ed era stato operaio, agricoltore, muratore, nel ritrovarsi tre nipoti laureati in Ingegneria e non gli sembrava vero che i suoi sacrifici fossero poi tornati indietro così in grande. Lui, che diceva sempre sicché ed era fiero di aver lavorato tanto, lui che odiava cucinare, ma teneva tutto in perfetto ordine, lui che adorava la sua macchina e stava in cortile anche ore lucidandola senza sosta.
Lui che teneva tanto al nostro futuro, e che credeva nello studio, nel migliorarsi. 
Lui, io spero che sia da qualche parte anche se non so dove, e che possa vedere dove sono arrivata ed essere felice con me. Lui, che io saluto ogni mattina quando passo davanti alla sua foto in soggiorno e ha quel sorriso buono che ne fa nascere uno anche nel mio viso. 
Ci sono persone che lasciano solchi nelle vite degli altri e della cui grandezza ti rendi pienamente conto, purtroppo, solo quando le perdi. Ma non scompaiono, anche se ci lasciano. In ogni sua foto, ha lasciato un pezzo della sua anima. In ogni ricordo, in ogni racconto davanti al camino. In ogni sorriso, in ogni sguardo. Nel cuore abbiamo tanti cassetti. Il suo cassetto trabocca, non si svuoterà mai. E a esso attingerò ogni volta per riportarlo a me, di lui racconterò ai miei figli,  e lo racconto a voi che mi leggete. Perché una persona speciale non deve essere dimenticata, perché vorrei che questo affetto che mi avvolge, mi anima e mi sostiene, possa trasferirsi anche a tutto il resto del mondo.
E anche se il dolore mi raschia il cuore ogni volta che lo ricordo, non voglio dimenticarlo e, anzi, vorrei che tutti sapessero quanto quest'uomo fosse speciale. Ti voglio bene, nonno Peppino!

E se potessi accompagnare questa mia dedica sceglierei questa canzone:
http://www.youtube.com/watch?v=gcM02aV39xc

Nuova recensione de La sposa di Tutankhamon

Grazie ad Alessandra Carta per la bella recensione!

http://tottusinpari.blog.tiscali.it/2012/12/09/per-i-lettori-unavvincente-sposa-di-tutankhamon-per-lautrice-claudia-musio-un-viaggio-tra-la-storia-e-la-leggenda-dellantico-egitto/

domenica 18 novembre 2012

I giovani e la passione e la voglia di non arrendersi

Dicono che i giovani siano viziati, non abbiano voglia di lavorare, siano troppo choosy.
Qualcun altro dice invece che saranno proprio loro la salvezza di questo Paese in ginocchio.

Nel mio piccolo posso dire di aver avuto a che fare, nel giro di quest'ultima settimana, con ragazzi pieni di voglia di fare, in gamba, forti, vivi. 
Sono i ragazzi della Consulta Giovanile di Serramanna, sono Federica, Deborah, Maria Antonietta. 
Stanno lì, nel piccolo teatro che diventa grande, enorme, quando si anima di vita, a preparare le serate delle presentazioni, a cercare di inventarsi mille modi per coinvolgere la gente, con Maria Antonietta sul palco che si esercita nelle letture e la sua voce lenta e intensa si allunga come un'onda placida su una spiaggia, culla tutti coloro che ascoltano.
Sono i ragazzi che vengono ospitati in queste presentazioni, che creano siti dal nulla, suonano con oggetti di ogni tipo, usano mente, cuore e creatività per farsi strada in un mondo che urla e sa solo sbarrare strade.
I ragazzi della Consulta mi hanno ospitata lo scorso giovedì, per presentare il mio romanzo. E' stata una serata davvero piacevole, con tante domande interessanti, letture emozionanti, un pubblico attento.
E' stata la dimostrazione che anche se questo Paese cerca ogni giorno di toglierci la speranza, di costringerci a lavori che non rispecchiano quello per cui abbiamo studiato, di costringerci ad accettare di essere sfruttati, sottopagati, presi in giro, ci sono giovani che sentono il bisogno di coltivare le proprie passioni, di dare vita alla loro realtà quotidiana, di non sentirsi già sconfitti. 
Grazie ragazzi, grazie Federica, grazie Deborah!

E ieri ne ho incontrati altri, di giovani, alla manifestazione Bookup!. 
C'erano appassionati di scrittura, che ascoltavano attenti, forse immaginando di poter un giorno presentare anche il loro, di romanzo, ed essere ascoltati con quella stessa attenzione. 
C'erano Tania e Laura. Tania con mille energie per stare dietro ai cento e più particolari della presentazione, Laura con una matita in mano e il cuore a mille per dare vita al mio romanzo. Grazie, ragazze!

E grazie a tutti gli altri che stavano lì, ad ascoltarmi, e sembrava di essere in una bolla di sapone, in un mondo a parte. Stavate, chi seduto chi in piedi, in silenzio, mentre la mia voce si alzava e raccontava, e pareva a tutti di essere accanto a Carter mentre con una candela dalla fiammella tremante scopriva la tomba di Tutankhamon.
Grazie, e spero che il mio romanzo, questa mia creatura, questa mia passione, che mi permette di non arrendermi al deserto di questa realtà, sia anche per voi un'oasi di emozione.

martedì 25 settembre 2012

Delle donne, del loro corpo e della loro dignità

Ieri guardavo la tv e sono incappata in questa pubblicità: Belen viene chiamata a casa di questa coppia per montare una nuova centralina internet e, ovviamente, lei come si presenta? Canottiera aderente e scollatissima, shorts stracciati sotto il sedere. E poi vai su per la scala col trapano a montare la centralina sotto gli occhi estasiati del padrone di casa.
Ora. Perché mi irrita questo spot? Perché io, per la mia tesi, non ho montato una semplice centralina a muro, ma una casetta in legno e tante altre cose. E forse Belen, ma soprattutto chi ha ideato questa pubblicità vergognosa, dovrebbe sapere che le donne, in generale, fanno spesso lavori che una società retrograda ha sempre definito da "uomini". 
E li fanno senza andare in pantaloncini e canotta. Perché si portano la dignità, al posto di questa mise. 
Io sono un ingegnere. Faccio lavori manuali, se serve, e vado anche ai convegni, quando c'è da presentare un lavoro. Ogni posto ha il suo abbigliamento, ma la dignità è ciò che resta sempre inalterato.
All'ultimo convegno mi sento dire "Ah sa per la bellezza l'avevo scambiata più per una standista che per una ricercatrice"... Doveva essere un complimento? A giudicare dalla faccia del tipo (italiano ovviamente) probabilmente sì, ma in realtà per me è stata una grande offesa. No, fammi capire, se mi vesto bene e mi trucco, allora questo ti autorizza a pensare che non uso il cervello, che sono lì solo per rappresentanza e non capisco nulla di ingegneria? Che essere curate voglia dire escludere automaticamente essere capaci, intelligenti? E sopratutto che questo ti autorizzi subito a provarci? Ma è possibile che una donna debba essere sempre vista da un punto di vita prettamente fisico? Perché questo avviene, in ogni caso. Perché se sei brutta usano l'aspetto fisico per offenderti, per zittirti. Anche in quel caso che tu sia intelligente o meno non conta. Sei brutta, quindi non vali niente. Sei carina, ok allora forse posso considerarti, ma per l'aspetto, cosa vuoi che mi importi del tuo cervello.
Ci sono casi in cui la bellezza e capacità di altra natura ti fanno credere che esse siano in grado di sopperire alla mancanza di cervello. Una nota marca di costumi e intimo ha scelto per le proprie sfilate una nota politica lombarda. Per colpire, hanno detto loro. Beh, peccato che colpire abbiano colpito, ma tanto da far incazzare le persone. Il che dimostra che questo Paese qualche speranza ce l'ha ancora. Perché è pieno di uomini e donne che sono stufi di vedere tutto ridotto alla carne, alla vendita di se stessi, del proprio corpo, della propria dignità. E che chi fa di questo un'arte, come la politica di cui sopra, sia anche presa in considerazione come modello. 
Le donne reali, quelle che mi circondano, non sono così.
Mia nonna parterna avrebbe voluto studiare, ma non ha potuto. Tuttavia si è spezzata la schiena pur di permettere a mio padre e a mia zia di farlo. E io, e tutti i loro figli, abbiamo potuto studiare grazie ai suoi sacrifici. 
Le donne hanno grande dignità e grande spirito di sacrificio. Lottano senza tregua contro i pregiudizi, contro i sensi di colpa, contro se stesse. Piangono, ma non abbassano mai la testa, e vanno avanti, anche se il vento è contrario e cerca di abbatterle. 
Arrivano alla sera stanche e con la schiena distrutta, e nonostante questo non si buttano nel divano a lamentarsi ma continuano a esserci per tutti, anche troppo. Studiano, e poi lavorano, pagate meno rispetto agli uomini, umiliate a volte nei colloqui di lavoro con domande sul loro futuro di mamme e mogli; eppure non si arrendono, e si fanno lo stesso una famiglia e due lavori.
Io voglio appartenere a questo gruppo. Voglio che un uomo mi rispetti, che abbia stima di me, che tenga in considerazione la mia opinione. Voglio un uomo che sia compagno, non proprietario.
Voglio insegnare a mia figlia che il rispetto degli altri lo conquisterà se non smetterà mai di rispettare prima di tutto se stessa, il suo corpo, il suo cervello. Se dimostrerà alla società che è in grado di costruirsi un futuro con le proprie capacità e non grazie a favori, marchette o quanto altro. Le insegnerò che la dignità è uno dei valori più grandi che un uomo e una donna possano avere.
Sarebbe bello, prima o poi, che questa società, specialmente in televisione, la smettesse di rappresentare la donna o santa o puttana (o stronza a seconda dei casi).
Basterebbe mostrare semplicemente una donna vera.

lunedì 27 agosto 2012

Cicci in Paradiso

Ciao, piccolo grande Cicci, ti voglio bene!

Fai buon viaggio, amico mio. Questo è per te.


Cicci in Paradiso 
 
Un ticchettio dapprima lento poi sempre più rapido rimbomba oltre la coltre di nubi che oscura l’orizzonte. Un vecchio attende di fronte a una porta. Al fianco, un voluminoso mazzo di chiavi.
«Sta arrivando» osserva.
Un gatto, senza coda e senza un occhio, si lecca pigramente l’interno coscia.
«Ne siamo sicuri? Lo facciamo entrare?» domanda, sollevando il muso.
«Antioco, dopo tutto questo tempo… eppure lo psicologo mi ha detto che eri riuscito a superarlo».
Il gatto torna a leccarsi.
«Forse qualche anno in Purgatorio a croccantini scaduti non gli avrebbe fatto male…».
Il vecchio scuote la testa.
«Non è possibile, lo sai. Ha troppe referenze!».
Il gatto sbuffa.
«Gli umani sono dei sentimentaloni. Vedono un cane, si commuovono e subito parte la referenza».
«Sono tutte motivate».
«Tipo?».
L’altro scorre una lunga lista.
«Vediamo… beh, qui dice che era simpatico…».
«Come sedersi su un riccio…».
«Che era coccolone…».
«Non mi risulta…»
«Che faceva lo sguardo dolce per farsi dare da mangiare…».
«Avrà visto il Gatto con gli Stivali…».
«Insomma, Antioco! Qui c’è troppo amore. Si è guadagnato il Paradiso».
«E non c’è scritto che faceva le puzzette, eh? Quello l’hanno omesso?».
«No, dicono che non era una cosa importante… Anche se, in effetti, qui c’è un certo signor Gianni che si lamenta più degli altri… ma, no, alla fine dicono che era solo un piccolo difetto»
«Veramente era solo un problema di digestione difficile» precisa qualcuno.
Il vecchio e Antioco spostano lo sguardo, ed eccolo lì, il cane.
«Ciao Senza Coda» esclama, venendo avanti.
Antioco lo fissa con odio.
«Ciao».
«Ehi, neanche qui te l’hanno fatta ricrescere la coda?».
«Secondo me non ci arriva dall’altra parte, Pietro».
Il vecchio incrocia le braccia sul petto.
«Chiedetevi scusa. Su, Cicci, inizia tu».
Il cane resta in silenzio.
Il gatto non muove neppure una vibrissa.
«Siete due testardi! – sospira Pietro – Ma tu, Antioco, se sei senza coda è anche a causa della tua lingua lunga».
Cicci allarga gli occhi nocciola, sfiorando col muso la veste dell’uomo.
«Mi prendeva sempre in giro perché non avevo la coda… e loro avevano tutti la coda, lunga e pelosa… e me la sbattevano in faccia ogni volta che passavano…».
Pietro lo accarezza dietro le orecchie.
«Certo, certo, Cicci. Ti capisco».
«Come lo capisci?!» esclama il gatto.
«Vieni Cicci, ti mostro la tua nuova casa».
Il cane si volta un attimo.
«E loro? Staranno bene? Come farà la nonna a pranzo? Ora dovrà mangiare tutto lei».
Pietro lo spinge verso la porta.
«Staranno bene, stai tranquillo. Ogni tanto, da una finestra, ti permetterò di vedere cosa fanno».
Antioco gli sbarra la strada.
«Ma è possibile che non c’è neppure una critica negativa? E gli altri gatti? Loro che dicono?».
Pietro svolge di nuovo la pergamena, sospirando.
«Allora, qui è riportata la testimonianza di una certa Pucci. E dice testualmente: pur cercando ogni inverno di lanciarmi fuori dal camino per godersi tutto il caldo, pur rubandomi il tappeto quando lui aveva il suo cestino, pur facendo le puzzette…».
«Hai visto, lo dice anche lei!».
«Era solo un problema di digestione difficile» precisa Cicci.
«… pur rubandomi sistematicamente cibo e coccole dei superiori… beh, lo devo ammettere. Gli ho voluto bene e mi mancherà. Ma non d’inverno davanti al camino».
«Traditrice» bofonchia il gatto.
«Vecchia Pucci!» esclama Cicci.
Pietro arrotola la pergamena.
«Complimenti, Cicci. Ti porti dietro un amore sufficiente ad aprire la porta del Paradiso».
La porta viene spalancata. Cicci si affaccia.
Un mondo magico si anima dall’altra parte. Il cane avanza timidamente. È la sua casa. Ma è tutto insieme, senza muri, né porte. In cucina c’è mamma Antonella che cucina, mentre Fabio guarda su SKY, spaparanzato nella poltrona, le avventure di Bear Grylls, Maura studia in camera, Claudia scrive. Ed eccolo lì anche Gianni fuori in cortile che fa giardinaggio. Sono tutti lì, anche la nonna, tutta piegata a raccogliere foglie nonostante il maestrale.
«Che significa?» chiede, sopreso.
«Il Paradiso di ognuno di noi è nel cuore di chi ci ha voluto bene. Questo è il tuo paradiso, Cicci. La tua casa».
«Ma loro mi vedono?».
«Sono il riflesso del tuo cuore. Vivono in te, Cicci. Vai, adesso».
Cicci entra piano. La porta alle sue spalle si richiude.
Mamma Antonella si gira e lo fissa. «Cicci, dov’eri finito?».
«Cicci!» lo chiama Fabio. E Cicci corre felice verso di lui.

venerdì 24 agosto 2012

Camargue

C'è un luogo che sembra non appertenere a nessun luogo.
Una pianura dove un grande fiume si abbandona al mare, lo accarezza allungando infiniti rivoli come fossero infinite mani che si tendono in un abbraccio.
Un paese che si affaccia su questo mare, che mantiene il rispetto della natura, che si uniforma a ciò che lo circonda, si lascia penetrare da esso, si lascia avvolgere. 
Questo luogo è francese, gitano, spagnolo, anche un po' sardo. 
I fenicotteri rosa, sa genti arrubia, si lasciano ammirare anche sotto questo cielo, superbi ed eleganti. Li fissi, ed è come essere a casa, come sentirsi parte di un altro luogo; è strano, ti senti anche orgogliosa. Perché quella meraviglia che i giapponesi fotografano e osservano a bocca aperta solca anche i cieli della tua terra e ogni mattina la vedi andando al lavoro, lungo le Saline. E ti verrebbe voglia di andar da loro e dirgli "Ehi, guardate che c'è anche un altro luogo così, è la mia Sardegna", ma li lasci andare e continui a fissare i fenicotteri con il sorriso sulle labbra.






lunedì 20 agosto 2012

martedì 17 luglio 2012

Il colore rosa

Questo periodo si sta rivelando più frenetico di quanto avrei immaginato, cercherò di riprendere a scrivere nel blog il più presto possibile, nel frattempo vi ricordo che la settimana prossima, a Sinnai, si svolgerà la rassegna Il colore rosa e che vi partecipo anche io :-)



martedì 26 giugno 2012

Auguri, Emma!

Ci sono persone che possono stare all'altro capo del mondo, o del mare, che puoi non sentire tutti i giorni per la frenesia della vita, ma sono sempre qui, perché si sono ritagliate uno spazio nel cuore che non potrà mai essere occupato da nient'altro.

Per quanto i miei trent'anni non siano poi così tanti, credo di essermi fatta un po' di esperienza.

E ho capito che l'amicizia è un sentimento che, quando è vero e profondo, è come l'amore per un fratello o una sorella. Si può stare lontani, ci si può non sentire per giorni, ma uno dei due prima o poi si affaccia e chiede "Come stai?" ed è come essersi parlati cinque minuti prima, come non essersi mai allontanati. 

Io ho la fortuna di avere delle amiche così. Che sono praticamente delle sorelle, che sanno tutto di me, che ci sono sempre quando ho bisogno di loro. Che fanno parte della mia vita e non la sfiorano soltanto, come fanno tanti, per informarsi su di me come se chiedessero le previsioni del tempo.

A queste amiche dico: grazie. Siete un dono immenso, un calore che mi riscalda quando penso alla ricchezza che possiedo nell'avervi come amiche.

Oggi, poi, è un giorno speciale. 

Perché la mia migliore amica Emma compie gli anni nella terra dei canguri e non la vedo da gennaio e mi manca, un casino! Non credo che serva usare molte parole per spiegare quanto è importante la nostra amicizia; basta dire che io ci sarò sempre per te, amica mia, ovunque sarai, e se purtroppo io sarò troppo fifona per prendere uno stupido aereo e raggiungerti in capo al mondo sappi che comunque sarò lo stesso lì con te, con l'anima e il cuore :-)

Ti voglio tanto tanto bene, sorellina. Buon compleanno!


venerdì 22 giugno 2012

Emozione

Il caldo avvolge ancora tutto, quando esco di casa per andare a Letti di Notte.
La notte è appena scesa a spezzare la ragnatela di afa che il sole ha tessuto per un'intera giornata su questa città, ma il calore accumulato è troppo e resiste, si ancora alla terra, alle persone, a ogni cosa. Da lontano, vedo l'insegna della libreria e la fontana multicolore di fronte alla Procura. 
Sono emozionata e tengo stretto tra le mani il mio romanzo. Ogni volta mi sento come una bambina al primo giorno di scuola. Amo questa storia antica di una donna dimenticata, ma il confronto coi lettori mi mette sempre ansia. Spero che porti nel loro animo le stesse emozioni che ha dato a me scriverlo, che questa mia regina riesca a parlar loro intensamente, li coinvolga, li trascini a scoprire la sua vita. Mi emoziono quando vedo il mio romanzo sul banchetto, quando sfioro con le dita la copertina, i suoi colori tenui, quell'azzurro che sa di loto, di cielo, di amore. 
La gente inizia a entrare, osserva, studia, ogni tanto legge una quarta di copertina, valuta se quell'opera potrà entrare nella sua libreria personale. Vedo persone fermarsi sul mio libro, qualcuno lo sfoglia, e io sento il cuore correre, poi lo rimette a posto, e la mente dice al cuore di calmarsi, che non sempre si può colpire al primo sguardo. 
Ci sono tanti scrittori, qui. E io mi sento così strana a girare per la libreria con il mio romanzo tra le mani, mi sento così piccola. Non è facile essere degli scrittori timidi. Ti emozioni così tanto quando vedi la stima negli occhi degli altri, quando qualcuno si avvicina e ti fa un complimento, che quasi abbassi gli occhi, incredula, e ti viene da sorridere e non ti sembra vero che tu, proprio tu che da piccola lo sognavi, adesso sei lì in una libreria non da lettrice ma da autrice e c'è pure chi ti chiede di firmargli il libro. E un metro più in là c'è Michela Murgia.
Walt Disney diceva "Se puoi sognarlo, puoi farlo". Io credo che i sogni non vadano mai persi, né dimenticati. Vanno integrati nella realtà, ancorati con realismo agli impegni di tutti i giorni. Solo così possono salvarsi, trovare il loro spazio e un giorno emergere, concreti, per riscuotere la loro parte. 
I miei sogni stanno emergendo adesso, e sono lì tra le mie mani che sorridono.

giovedì 21 giugno 2012

Letti di notte

Ricordo ancora l'iniziativa di stasera: LETTI DI NOTTE. Vi aspetto! :-)
 

 la sera e la notte si avvicinano... il pigiama l'abbiamo preso, il cuscino pure... mancano solo le babbucce. E i libri... ma di quelli ce ne saranno in abbondanza.  

ORE 21.45. PIAZZA REPUBBLICA LIBRI

Arkadia vi aspetta per LETTI DI NOTTE in compagnia di Claudia Musio, Giampaolo Cassitta, Paolo Maccioni, Nicolò Migheli e le altre truppe corazzate!

mercoledì 13 giugno 2012

Di Voltaire e dell'amore

Voltaire, un illuminista, tanto tempo fa, diceva:
Io combatto la tua idea, che è diversa dalla mia, ma sono pronto a battermi fino al prezzo della mia vita perchè tu, la tua idea, possa esprimerla liberamente.
Eppure a volte riesce difficile rispettare un principio così giusto, come la libertà di espressione.
Senti Cassano ieri parlare dei gay come se parlasse di ladri, usando quella parola "froci" che è come un graffio sulla pelle, come una bruciatura, come uno schiaffo. Senza rendersi conto di ciò che rappresenta. Senza rendersi conto del male che gli ha fatto e che continua a fare un retaggio culturale che in questo paese non vuole ancora scomparire. 
Perché persone uguali a tutte le altre devono essere definite, offese, con una parola così volgare? Che colpa hanno, ditemi? 
Amano, come qualunque altro uomo e qualunque altra donna. Si lasciano, oppure stanno insieme tutta la vita, come qualunque altro uomo e qualunque altra donna. Sono sensibili, cattivi, generosi, invidiosi, opportunisti, dolci, gentili, onesti, come qualunque altro uomo e qualunque altra donna.
Perché sono persone, punto. E ogni qualvolta si rimarca una differenza tra gli uomini, ogni qualvolta noi ci permettiamo di dire "loro" come se quel "loro" indicasse qualcosa di brutto o di sbagliato o che ci fa paura e quindi con cui non vogliamo aver a che fare nulla, ognuna di queste volte, non siamo molto diversi da chi settant'anni fa ha guardato gli ebrei deportati, li ha denunciati, li ha guardati con paura, odio e indifferenza mentre camminavano per la strada con la stella sul braccio, li ha indicati dicendo "loro". 
Ecco, per me la frase di Voltaire dovrebbe essere riscritta così:
Posso non condividere il tuo modo di vivere la vita, diverso dal mio, ma mi batterò fino alla morte perché tu possa vivere e amare liberamente.
E quando avrò un figlio, questo sarà ciò che insegnerò:
Siamo tutti uguali, nessuno è superiore all'altro. Ricordati che ogni essere vivente ha il diritto di amare chi vuole, ha il diritto di decidere della propria vita, senza creare danno a quella degli altri. Rispetta tutti e sii onesto. E se vedi un'ingiustizia combatti per abbatterla, combatti perché non ci sia più nessuno discriminato su questa Terra, che sia per le sue idee politiche, per quelle d'amore, per qualunque cosa.


giovedì 7 giugno 2012

Viaggiare... sognare

Organizzare un viaggio è emozionante. 

Stai lì, sdraiata sul divano, che scorri col dito la cartina, attraversi con la mente il mare, le montagne, è come se fossi in volo nel cielo, in migrazione, come un uccello. 

Chiudendo gli occhi, ti immagini su una scogliera, il mare a cento metri sotto di te, che placido accarezza la base di roccia. Il sole, lontano, tramonta, sciogliendosi sull'azzurro e trasformandolo in oro, rame, argento. Poi ti volti e dietro di te ci sono le Alpi, regine maestose, dalla chioma albina e la veste bruna, ai cui piedi è steso un tappeto smeraldo, decorato d'uva e lavanda.

Agosto, arriva veloce. 



Immagine tratta da: http://www.travelcarnet.it

mercoledì 6 giugno 2012

Letti di notte

Segnalo un'iniziativa veramente bella ed entusiasmante!

Letti di notte - 21 Giugno 2012


A Cagliari prenderà parte a questa iniziativa la Libreria Piazza Repubblica

Ci sarà anche il mio romanzo!

venerdì 1 giugno 2012

Sardegna Ricerche

Ti accorgi di quanto sia bello ciò che fai quando, come oggi, hai di fronte una schiera di studenti che ascolta attenta mentre parli di celle a multipla giunzione, tracker e impianti fotovoltaici a concentrazione... Ok, sono ingegneri energetici, è ciò che studiano, ma osservare leggi e teorie prendere forma è tutta un'altra cosa. 
Ti immagini al loro posto, di quanto sarebbe stato bello, da studente, stare in mezzo ai laboratori come loro oggi, vedere una cella a tripla giunzione dal vivo, un simulatore solare e tante altre cose. Ti accorgi di quanto la cultura, in ogni sua forma, sia la speranza del futuro. Perché più sai più vorresti sapere, e la curiosità non è altro che un tendersi oltre le proprie conoscenze, sempre più avanti.
Ragazzi, spero che per voi oggi sia stato bello come per me. 
Una volta in più, ho capito quanto apprezzo questo lavoro.

mercoledì 30 maggio 2012

Alcune immagini della presentazione della "Sposa di Tutankhamon" di Domenica 27 Maggio.
Hanno preso parte all'evento il sindaco Gian Luca Becciu, il vice sindaco Pantaleo Talloru, l'editore Riccardo Mostallino Murgia, lo scrittore Antonello Pellegrino, la professoressa Maria Musio e l'autrice. La serata è trascorsa piacevolmente tra riflessioni sul romanzo e letture di alcuni brani. Ringrazio ancora tutti coloro che hanno partecipato, grazie per la stima, l'amicizia e l'affetto. 
Grazie!


martedì 29 maggio 2012

Arrivi al lavoro la mattina, accendi il portatile, carichi la pagina del Corriere per aggiornare il mondo fuori che hai lasciato addormentato la sera prima.
E leggi del terremoto. E non è solo una notizia terribile che si staglia in cima alla pagina di un giornale, è il cuore che fa un salto e pensa subito a chi c'è lì, che inizia a galoppare mentre scrivi un messaggio per sapere se va tutto bene e poi rallenta quando la risposta arriva e dice tutto ok.
Ma l'ansia e la paura restano. E allora ti accorgi quanto è grande l'amore che hai per qualcuno a cui tieni, quanto quel filo che lega il tuo cuore al suo è ancorato saldamente ai suoi estremi.

lunedì 28 maggio 2012

Eccomi qui a scrivere il primo post di questo blog! 
Beh suppongo che la prima cosa da fare sia presentarsi :-)
Sono Claudia Musio, ingegnere e scrittrice, sognatrice incallita, la testa in bilico tra reatà e fantasia... E timida da sempre. Pensavo che non avrei mai avuto il coraggio di aprire un blog e condividere con qualcuno i miei pensieri. Ma adesso, che sono più forte, sento di poterlo fare, sento che potrei trovare tante persone, timide quanto me oppure meno oppure di più, con cui confrontarmi, con cui ridere, con cui indignarmi.
E vi chiederete ancora... perché questo titolo? 
Perché questo blog nasce dalla realizzazione di un sogno, dall'emozione di aver visto fatica e passione prendere forma in un romanzo, che è cresciuto e ha trovato un approdo sicuro nell'Arkadia Editore.
Perché ho sempre sognato di inventare storie, di dare voce a personaggi, di tingere con i pennelli della mia mente paesaggi e volti.
La sposa di Tutankhamon è il romanzo storico che ho pubblicato con Arkadia Editore. E non è narrato dal famoso Tutankhamon, ma da chi, al contrario di lui, è stata dimenticata dalla Storia. La sua sposa, Ankhesenamon, è un volto che trova il suo spazio solo accanto a quello di Tutankhamon. Oltre a ciò, non resta molto di lei. Ed è per questo che ho sentito il bisogno di raccontare la sua storia, di ridarle uno spazio in quella Storia che invece l'ha dimenticata. Perché la sua vita fu intensa, difficile, affascinante. 
Vi lascio con un breve estratto del prologo:

È una storia lunga, la nostra, storia di dieci anni che sembrano cento. In tutti questi secoli, non ne ho perduto un frammento: le voci, gli inni al sole, i pianti e i terribili dolori. Nessuno conosce la nostra storia. Tutti principiano dalla fine, dalla tua morte, amore mio, ma non possono capire se non ritornando indietro e osservando ciò da cui tutto è partito. Per loro tu sei morto assassinato e io sono dispersa nel deserto in una tomba sconosciuta. Nient’altro. Ma forse, perché essi abbiano più rispetto, sarebbe meglio raccontare, e lasciare che guardino coi loro occhi ciò che accadde.
Allora capirebbero che tu non eri solo un faraone bambino e io non sono solo un nome che si perde nel vento. Siamo creature dell’Egitto. Ascoltatemi, e capirete.

Potete trovare il romanzo qui:

Grazie! :-)